A occhio scoperto – Martina Belluto
Note di antropologia visuale in Chiapas.
Di recente ho partecipato a una giornata inaugurale dedicata alla fotografia. Stavo cercando un posto dove sedermi, quando un signore mi si è avvicinato e mi ha chiesto incuriosito “Mi spieghi cos’è l’antropologia visuale, che con tutte queste specializzazioni non ci sto più capendo nulla?”. Guardo il mio interlocutore contenta, ma anche un po’ rassegnata mentre penso ancora una volta da dove partire. Comincio da cosa significa fare ricerca con o da cosa significa fare ricerca sull’immagine? Dal fare etnografia attraverso il mezzo fotografico o a partire dalla storia e dall’uso sociale della fotografia? Occuparsi di antropologia visuale significa, nel mio caso, avere la salda consapevolezza che questi due aspetti – la riflessione critica e l’applicabilità tecnica – facciano parte di uno stesso incipit, un punto di partenza che lega indissolubilmente due termini allo stesso vocabolario.
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