Studiare i commons – Lorenzo Mantovani
Un antropologo nella pianura emiliana.
L’immagine romantica, ancora piuttosto diffusa nell’immaginario comune, dell’antropologo immerso nella ricerca in contesti lontani, esotici e isolati, non corrisponde più da tempo alla varietà di situazioni in cui vediamo all’opera gli antropologi di oggi. Eppure gran parte della “cassetta degli attrezzi” di questa disciplina – prima fra tutte la cosiddetta osservazione partecipante – si è formata proprio attraverso le ricerche condotte sugli Altri in luoghi remoti e periferici rispetto ai Paesi di provenienza dei ricercatori. L’allontanamento – in senso ampio, non solo geografico e linguistico – che comporta la ricerca sul campo ha anzi assunto il ruolo di un vero e proprio rito di iniziazione per l’antropologo che, staccatosi dal proprio contesto di appartenenza, cerca di immergersi in un mondo nuovo e sconosciuto.
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